Basta prendere in negozio una bottiglia di una marca qualsiasi di acqua minerale per scoprire elementi come “ph”, come “alcalinità”, come “residuo fisso”. Sembrano arabo, ma se impariamo a conoscerli ci aiuteranno, anzi, nella scelta della migliore acqua minerale per la nostra dieta e per la salute.
Cominciamo col dire che le acque minerali sono naturali, tratte direttamente dalle fonti che emergono dal nostro ricco sottosuolo. Alcune sono famosissime, altre sono fonti locali conosciute a pochi. Ma l’Italia ne è piena.
Come distinguere le acque minerali
Le acque minerali sono leggere oppure pesanti. Le leggere hanno meno minerali disciolti rispetto alle pesanti, ma non vuol dire che l’una faccia bene o male rispetto all’altra. Acque leggere o pesanti, sono entrambe “di identico peso” cambia soltanto la composizione che le rende più o meno efficaci per alcune funzioni del nostro corpo.
Le acque leggere sono adatte a chi fa sport, a chi sta crescendo, a chi è in gravidanza, agli anziani, a chi perde molti liquidi per lavoro e così via. Le pesanti sono spesso usate, sotto controllo medico, per aiutare il corpo a “curarsi” da alcuni tipi di disturbi e non se ne deve mai abusare.
Leggere le etichette
Leggendo l’etichetta di un’acqua minerale sullo scaffale del negozio, dobbiamo capire il significato di quei numeri. Il Ph, ovvero l’acidità, deve essere sempre intorno a 6 o 7, mai troppo basso né troppo alto. Il sodio inferiore a 20mg/L va bene se quell’acqua è destinata a persone ipertese, invece per chi soffre di pressione bassa dovrebbe essere maggiore.
I nitrati non devono superare i 50mg/L, mentre il calcio in eccesso può causare problemi ad alcuni soggetti. La misura di potassio e magnesio deve essere nei limiti giusti, per evitare problemi al cuore o altri disturbi, per cui in base ai consigli medici sappiate regolarvi. Il bicarbonato non dovrebbe mai superare di troppo i 600mg/L. E poi c’è il Residuo Fisso, indicato con RF.
Cos’e’ il residuo fisso dell’acqua?
Col termine Residuo Fisso si intende la quantità di minerali che rimane, fisicamente, una volta evaporato un “tot” milligrammi di acqua. E’ il “codice genetico” dell’acqua e serve a capire la sua pesantezza, leggerezza e funzionalità minerale. Il RF viene sempre misurato in milligrammi per litro (mg/L) e si ottiene facendo evaporare l’acqua a varie temperature: a 100°C, a 180° oppure a 500°. Nella prima fase si fa evaporare il liquido, nella seconda si eliminano i sali di ammonio e nella terza i nitrati e sostanze organiche. Per rientrare nella definizione di RF gli elementi rimasti dopo l’evaporazione devono misurare come o meno 2 micrometri.
Fa bene o male?
Dunque se queste particelle, invece di restare sul fondo di una provetta, entrano nel corpo insieme all’acqua che le contiene che ci succede? Sono sempre minerali, sono sali … cosa possono farci? E’ vero che le acque pesanti danneggiano i reni? In realtà tanti studi finora condotti non hanno evidenziato particolari danni derivanti dal RF, né su reni né su altro.
O meglio, non è la quantità più o meno elevata di minerali in acqua a creare problemi quando la quantità associata a una predisposizione particolare del soggetto. Esiti negativi anche nei test per capire se il RF avesse “colpe” per l’insorgere della cellulite o della ritenzione idrica.
Possiamo dire che il RF serve soltanto a chi analizza le acque minerali per stabilirne il contenuto e consigliarle o meno a persone con diverse esigenze. Dunque, comprate senza problemi e non createvi paranoie a riguardo. Fate solo attenzione a cosa leggete e sappiatelo capire bene. UN CONSIGLIO: in alcune etichette il Residuo Fisso viene indicato con la sigla inglese TDS e non con RF. Imparatele bene entrambe!